Tutte le speranze ed i buoni propositi della vigilia di capodanno, sono naufragati miseramente! D'altronde era prevedibile.
Sono tantissime le criticità, in ogni settore produttivo e sociale, tantissime le disparità, tantissimi gli impegni disattesi. Non si è concretizzato il concetto di comunità, solidale ed inclusiva, democraticamente partecipata e moralmente severa, che assicuri a tutti giustizia e legalità. All'nterno delle nostre città convivono due, e forse tre, mondi che viaggiano a velocità diversa, senza mai incontrarsi.
Al mondo ufficialmente riconosciuto, l'unico possibile, si affiancano altri mondi, ognuno con proprie regole, con autonoma concezione del diritto e del dovere. Accade che, nel mondo ufficialmente riconosciuto, il normale, si cerchino soluzioni, si dettino regole, ci si indigni, si protesti, si invochi giustizia, si condannino le azioni criminali perpetrate ai danni della comunità e dei comuni cittadini, si partecipi al dolore che queste azioni causano, auspicando la cessazione di ogni violenza ed ingiustizia.
Negli altri mondi paralleli, gli illegali, tutte le grida di dolore e di condanna, tutti gli auspici, non sortiscono alcun effetto. Apparentamente nulla potrà mai cambiare il modus operandi di chi, per una ragione o per l'altra, vive in uno dei mondi paralleli. Una esistenza fatta di atti predatori, dove la maggiore violenza accresce il potere nella scala sociale camorrista. Nessun rispetto per l'dividuo, né per la cosa pubblica.
Nessun valore ed ignoranza diffusa. Tutto il resto non conta.
Nel ”nostro” mondo, bene facciamo a mobilitarci, ad invocare interventi forti e decisi, a condannare ogni genere di ingiustizia e di violenza, a sollecitare un recupero degli sfortunati che vivono ai margini della società.
È nostro compito e prerogativa, con convinzione non dobbiamo mai demordere! Dobbiamo difendere il diritto alla libertà ed alla giustizia. Aiutare il più debole, educare ed istruire. Inqualificabile è il mondo di mezzo, mondo dove non si prende posizione, dove regna l'omertà per convenienza o connivenza, dove si accetta con ignavia la prepotenza e la violenza, anche per tornaconto personale, dove vince l'ifferenza.
Una considerazione attuale, nonostante I vari divieti ed ordinanze, come da tradizione, insieme ai gioiosi fuochi pirotecnici legalmente commercializzati, sono stati acquistati tantissimi botti illegali. Non solo gli esponenti della criminalità, ma comunissimi cittadini non hanno saputo rinunciare allo sparo di vere e proprie bombe.
Alimentando le finanze della criminalità e, di fatto, accettando l'illegalità come normalità.
Tanti mondi che, nonostante i tantissimi sforzi e le innumerevoli vittime innocenti, non si incontrano. Continuano a viaggiare in parallelo. Eppure il mondo è, e deve essere, uno. Il migliore possibile per tutti. Anche gli ultimi giorni del 2021, hanno registrato una recrudescenza degli atti criminali, tutti tentendi alla sopraffazione delle vittime.
È ancora vivo in noi il dolore per lomicidio di Antonio Morione a Boscoreale eppure, nonostante l'encomiabile lavoro
delle forze dell'ordine e della magistratura, nonostante la grande mobilitazione civile di condanna, nonostante l'impegno istituzionale, il nuovo anno è iniziato con immutata violenza.
Non solo violenza predatoria e con la prerogativa di eliminazione fisica, ma addirittura una vera è propria sfida al
”nostro” mondo, con l'incendio doloso delle auto della polizia municipale di Pomigliano D'Arco.
Un atto di gravità assoluta! Una intimidazione ai danni di un organo istituzionale che, meritoriamente ed a fatica, esercita il proprio dovere a favore della legalità e della giustizia. Una intimidazione alla democrazia, una
intimidazione a tutti noi. Una intimidazione che non possiamo assolutamente né accettare né tollerare. La nostra solidarietà e vicinanza, alla polizia municipale ed a tutta la comunità di Pomigliano D'Arco, deve essere forte, concreta ed incondizionata. Che si smuovano anche le coscienze del ”mondo di mezzo”, che prendano posizione e contribuiscano al rafforzamento di una società più sana. Tutti insieme.
Al muro di omertà si deve contrapporre una solida diga di legalità. Non possiamo permetterci di essere soggiogati da pratiche e dinamiche criminali che condizionano la nostra libertà.
Ad Ercolano, è stato vandalizzado un simbolo della unità e della libertà ad opera di giovani che, quasi sicuramente, ignorano la storia, i sacrifici, il dolore che si è patito per poter assicurare la nostra libertà. Non a caso, Piazza Colonna recentemente ha rappresentato il luogo della memoria, anche delle tante vittime innocenti cadute per mano mafiosa.
Maggiore impegno nella prevenzione, non deve essere un vuoto slogan, ma adozione di ogni misura utile a scoraggiare l'azione di giovani leve nelle organizzazioni criminali, fornendo validi strumenti formativi e di inclusione sociale, intervenendo decisamente nei quartieri e nei territori a rischio con politiche snelle e mirate. I giovani, abbandonati a Ioro stessi, sono facilmente reclutabili dalla criminalità.
Di pari passo, che è preposto alla repressione, deve essere messo in condizione di adottare ogni più moderna tecnologia a servizio della sicurezza, con dotazione di personale altamente qualificato e motivato.
Il controllo del territorio deve essere discreto, ma fortemente incisivo, per togliere spazio alle attività illecite ed illegali. L'esercizio della giustizia deve avere tempi rapidi, certezza della pena, strutture e personale adeguato.
In assenza di una basilare strategia capillare, ogni sforzo perde di credibilità e si alimenta la sfiducia nelle Istituzioni che consente la conquista di territorio da parte della criminalità.
Per fortuna c'è chi non si arrende e resiste. In varie aree della città metropolitana, sono sorti, e si stanno strutturando, dei comitati che raggruppano le varie anime della società civile, dalle scuole alle associazioni, dai sindacati alle imprese, dalla chiesa al volontariato, dal semplice cittadino all'attivismo di categoria, è così via. La Fai antiracket partecipa col contributo della ultratrentennale esperienza, acquisita sul campo.
Queste iniziative rappresentano la volontà di fattiva collaborazione, nella ricerca di soluzioni, che possano fare da stimolo ad una maggiore trasparenza ed al coinvolgimento dell'intera comunità.
Opera meritoria alla quale va tutto il supporto necessario. Ci si augura che a questo positivo fermento serva a dare maggiore fiducia a chi ancora non trova il coraggio di denunciare soprusi ed illegalità. Non si è da soli, insieme per dire no alla camorra, no alle ingiustizie, no alla illegalità. È il momento di scegliere da che parte stare.